All Winter Long | At the Edge of England | Auguries | Bittern | MRI | Song of the Reed

In Creativity by Mina Gorji

Photo Credit: Alessandra Capodacqua

 

All Winter Long

the wood frogs lie in wait,
frozen so hard
if dropped.
they’d clink.
Inside their cells
something is waiting
waiting for spring
a change of key
before they wake
and sing
in high-pitched chirps
and peeps and trills
that settle, for a moment,
into something
like a pattern.

Per tutto l’inverno

le rane del legno ferme in  attesa,
congelate al punto che
se cadono.
tintinnano.
Nelle cellule
qualcosa aspetta
aspetta la primavera
un cambio di tono
prima che si sveglino
e cantino
in cinguettii acuti
pigolii e trilli
che si assestano, un attimo,
in qualcosa
simile a uno schema.


At the edge of England

dusk, across the sky
V M W
M V I
more foreign than
Icelandic runes
the skein of geese
is spelling out
a secret song,
like sacred script
I couldn’t understand
or sound,
and if I mouthed it wrong
she’d pinch my hand.
And then the sky
calls out, a wild
familiar cry
reminding us
not to despair,
our fears are only
wintering, like letters
disappearing
into sky.

Ai margine dell’Inghilterra

all’imbrunire, nel cielo
V M W
M V I
più straniero delle
rune d’Islanda
lo stormo danatre
traccia
un canto segreto,
come una scrittura sacra
che non riuscivo a capire
o un suono,
e se lo pronunciavo male
lei mi pizzicava la mano.
E dunque il cielo
chiama, un grido selvaggio
e familiare
che ci ricorda
di non disperare,
le nostre paure sono solo
andate a svernare, come lettere
che svaniscono
nel cielo.


Auguries

Some days we turn our faces to the skies,
looking for something, for a sign,
and see a crow disguised
as its own shadow
disappear
into a hungry line.
Or pale grey clouds
blown in from somewhere else
darken to forms –
perhaps a lion,
or a citadel of nimbus,
empty, almost
luminous. 

Presagi

Certi giorni volgiamo il viso al cielo,
in cerca di qualcosa, di un segno,
e vediamo un corvo camuffato
mentre la sua stessa ombra
svanisce
in una linea famelica.
O le nuvole grigie e pallide
soffiate da chissà dove
si fan scure prendendo la forma
di un leone, forse
o di una cittadella di nembi,
vuota, quasi
luminosa.


Bittern

it thrives
in brackish water
where the sea has broken in –
in marshes and on river banks –
edges of solid ground.
When danger comes
it imitates the reeds
sticking its head up straight
and swaying in the wind.
A nervous bird, more often heard than seen,
its hollow boom
was heard at night
in ancient and in empty times –
in Nineveh and Babylon.

Tarabuso

prospera
nell’acqua salmastra
dove il mare ha preso campo
nelle paludi e sulle rive dei fiumi
coste di solido terreno.
Quando il pericolo arriva
imita le canne
drizzando la testa
e ondeggiando al vento.
Uccello nervoso, è più facile udirlo che vederlo,
il suo strepito rimbombante
si udiva la notte
in tempi antichi e vuoti
a Ninive e a Babilonia.


MRI

Inside the dark
a high-pitched click,
a low vibrating hum m p
fades into silence
I can’t scan
(imagine a lake
water lapping
on the shore,
a heart,
a cricket singing,
hum of bees and linnets’ wings)
What has it heard? 

R M

Dentro il buio
un clic acuto,
un basso ronzio vibrante m p
svanisce nel silenzio
che non riesco a scandire
(immagina un lago
l’acqua che lambisce
la riva,
un cuore,
un grillo che canta,
ronzio di api e di ali dei fanelli)
Cosa ha sentito?


The Song of the Reed
after Rumi

Inside the reed
a wainscot moth
winters as an egg.
Inside the reed
a secret
longing for the wind.
Inside the reed
a message
gathers into ink.

Il canto della canna
al modo di Rumi

Dentro la canna
una falena pallida
sverna come un uovo.
Dentro la canna
un segreto
agogna il vento.
Dentro la canna
un messaggio
s’addensa nellinchiostro.

Traduzione di Andrea Sirotti

About the Author

Mina Gorji

Mina Gorji è nata a Teheran e vive a Cambridge, dove insegna letteratura inglese al Pembroke College. A livello critico si è occupata di poeti romantici inglesi. Ha pubblicato due raccolte di poesie. La prima, intitolata Art of Escape (Carcanet, 2020), è stata descritta come una collezione di “squisite miniature” in cui fauna (pesci, uccelli) e flora (alberi, fiori) sono osservati con attenzione lirica come modello per i sentimenti e le emozioni umane. Tra i temi principali, la migrazione, il trasferimento, la metamorfosi. Il cambio di stato o di natura. Alcune poesie della raccolta sono state tradotte in italiano e pubblicate sulla rivista Nuovi Argomenti. Il suo secondo libro, Scale (Carcanet, 2022), esplora la vita ai suoi limiti, in condizioni atmosferiche estreme. Spaziando tra scale di distanza, temperatura e tempo, dal vasto al minuto, dal glaciale al vulcanico, dall’artico al deserto, dal Pleistocene al giorno d’oggi, dalle costellazioni al millepiedi. Lo sguardo di Gorji è sempre molto analitico, minuzioso, scientifico. Osserva la natura trasformando l’osservazione in un dettato poetico tagliente e cristallino. La seconda raccolta è caratterizzata anche da maggiore sperimentalismo sonoro. La parola poetica è circondata da ampi spazi bianchi nella pagina in cui la parola e il silenzio assumono una rilevanza materica, geologica, oltre che metrica. (AS)